Per molto tempo, sono andato a letto presto la sera… e continuo con questa “proustiana” abitudine. Sarà l’età o la pigrizia, o il fatto che mi alzo all’alba, ma non mi muovo molto di notte. Perciò prediligo i concerti quando sono “fuori orario”, almeno per lo standard nostrano.
Mi piace per esempio andare a sentire un concerto nel tardo pomeriggio. Nei giorni feriali soprattutto. Mi piace l'idea di rompere la catena del tempo produttivo, in maniera insolita, almeno per la logica economica che domina il nostro paese e il nostro rapporto con il tempo.
Mi piace anche il pubblico dei concerti pomeridiani, immagino lo stesso che va al cinema di pomeriggio: amanti esperenziali, malinconici romantici, studenti solitari, coppiette clandestine, …
Non c’è la socialità chiassosa che popola i concerti notturni. Non c’è nemmeno l'euforia dei tanti aperitivi consumati aspettando l'ora fatidica.
Al pomeriggio ai concerti ci si va per cercare un rapporto esclusivo con il suono. O per ripararsi dal mondo.
Se trovo qualcosa di interessante e “fuori orario” non me lo lascio scappare!
Ieri sera (venerdì 2 agosto) alle 18.30 sono stato al concerto dei Beak> a Villa Manin di Codroipo. Trio proveniente da Bristol capitanato da Geoff Barrow dei Portishead, noto per la sua musica che fonde deliziosamente Kraut-rock , elettronica e sperimentazione. C'era parecchia gente, sguardi attenti, concentrati, emozionati quasi. Mezz’oretta scarsa di musica, poi la pioggia ha interrotto il live. Quanto basta per un'immersione nel suono dei Beak> ovvero Kosmische Musik, contaminata con psichedelia e flussi elettronici astratti, atonali, una magica alchimia che puntualmente si viene a creare dall’incontro fra Geoff Barrow, Billy Fuller e Will Young.
Dopo una breve attesa a tu per tu con i musicisti sotto alcuni splendidi alberi del parco di Villa Manin la pioggia ha smesso di cadere. Malgrado ciò, per motivi di sicurezza, il concerto non è ripreso. Nonostante la delusione del pubblico è scattato un applauso. Timido, pudico, imbarazzato, senza la sfrontatezza della standing ovation o del richiamo della band sul palco, ma sentito e in un certo senso rispettoso della scelta fatta.
Questo piccolo report di un breve live per dirvi soprattutto che, un po’ come succede nella notte di rai 3 nella televisione, il pomeriggio per i concerti potrebbe essere il fuori orario, ovvero "un contenitore anarchico di suoni". Soprattutto ora che i live show sono quasi esclusivamente mega eventi mainstream.
Oppure il concerto “fuori orario” è solamente la mia “magnifica ossessione”.
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… per l’occasione vi propongo l’audio della lettura "live" del mio racconto “Il suono della strada” estratto dal libro “Canzoni per solitudini insonni” e ispirato da “Roads” dei Portishead . Buon ascolto!