Una domanda mi è stata posta diverse volte nelle ultime settimane:
Sei andato a vedere i CCCP?
No, non sono andato al concerto, ma ho visto che diversi “amici” ci sono stati e hanno messo delle storie, dei reels…
Storie su Instagram o Facebook, storie che non mi raccontano nulla, perché non hanno durata narrativa, sono solo delle affermazioni. Mi dicono: sono stato al concerto, ho ballato su questa canzone, ho bevuto una birra. Insomma non mi dicono niente, ma in mezzo a questo nulla ad un certo punto compare un’immagine di un cartello sul palco: “TUTTO ESAURITO” che diventa “TUTTI ESAURITI”. Ecco! Illuminante! “Esaurimento” è una chiave per comprendere il momento storico in cui stiamo vivendo.
Non voglio dare un giudizio su uno spettacolo che non ho visto ma semplicemente esprimere una sensazione generale di esaurimento. Del pianeta, dell’ambiente, ma anche dell’energia creativa e psichica del mondo occidentale, ormai entrato nell’età senile con la conseguente tendenza alla demenza. Una percezione che sento da molto prima del ritorno dei CCCP ma enfatizzata da quel cartello: ho l’impressione che il “produci, consuma, crepa” degli esordi si sia concentrato soprattutto sul “consuma” e ci dica che se il prodotto da consumare si esaurisce ci esauriamo anche noi. Le persone, nel consumare, nel definirsi sulla base di storie che trovano il loro senso solo nel consumo, diventano consumabili a loro volta. E così anche gli artisti, anche il prodotto artistico. Per il consumo la confezione e la promozione del prodotto è altrettanto importante, se non più importante del contenuto, che spesso è andato oltre la data di scadenza. Ecco la sensazione che provo da tempo e che è stata accentuata da quel cartello. Naturalmente non riguarda solo il tour dei CCCP, anzi, ma resta esemplificativo di una tendenza.
Ad esempio “l’attitudine punk” che in origine era viscerale, frugale, autodidatta, autoprodotta, dove la confezione era volutamente secondaria e dove il contenuto era spesso contro “il sistema-marketing” ormai sembra scomparsa. Ora il “marketing” è tutto, e questi tour re-union dove tutto è studiato, ottimamente promosso, ben suonato mi fa pensare che quel tempo, quello che si vorrebbe celebrare, è del “TUTTO ESAURITO”.