Il Taccuino di Andyserzioni
Il taccuino dove annotare piccoli moti dell'animo
Questa newsletter l’ho aperta per evitare di usare i social classici, o almeno per limitarne l’uso al minimo. Del resto l’algoritmo dei vari Facebook, X, Instagram nasconde tutto ciò che porta fuori dal social stesso, cioè il 99% dei miei post, così la mia bolla è diventata via via più piccola. Non ho certo ragione di avvilirmi per questo, i social mi servono più che altro per “chiacchierare” con un certo numero di amici e comunicare loro le cose che faccio: radio, podcast, qualche articolo, qualche lettura o ascolto. Se poi però penso ai loro padroni, a Elon Musk o a Zuckerberg mi domando: che ci faccio qui? Lo so è ridicolo chiederselo, ma la domanda mi ronza in testa e così cerco vie di fuga, diserzioni. Collettive e personali. Le mie Diserzioni radiofoniche, e non solo quelle, le trovate nella foresta condivisa di Radio Sherwood, mentre la recente idea di creare una newsletter personale, è nata dal mio sentirmi un naufrago in balia delle onde dell'infosfera in cui siamo immersi, da quel senso di inquieto turbamento e di impotenza di fronte al precipizio in cui sta precipitando ogni forma di vita e di linguaggio. Questa condizione talvolta può portare al disperato lancio di un messaggio nella bottiglia nell’indecifrabile oceano. Così succede che qualche foglio del taccuino dove annoto i “moti” del mio animo venga inserito nell’involucro di vetro e lanciato nel burrascoso mediascape.
Sono conscio che è altamente prevedibile che nessuno legga quei messaggi, ma come si sa l’imprevisto è l’unica speranza immaginabile dal naufrago. Così ogni volta mi sorprende trovare qualcuno che inaspettatamente usa del tempo per leggere i miei “message in a bottle”. E questo stupore mi rende allegro il naufragio.
Forse è solo la momentanea "allegria del naufrago" ma mi dona ancora la speranza che l’imprevisto continui ad irrompere. Anche oggi che il prevedibile si fa sempre più insopportabile.
