Salviamo il salvabile
alcuni miei post sulla salvaguardia degli alberi di via Baron/Sabbioni a San Donà di Piave
Nelle ultime settimane il comitato per la salvaguardia degli alberi di via Baron/Sabbioni a San Donà di Piave ha aperto una crepa nell'ideologia del "cemento amato" indicando una visione diversa di futuro. La crepa si sta aprendo anche in altri comuni del Basso Piave.
Qui riassumo alcuni miei post che hanno contribuito alla discussione:
⇨ La crescita dell’inerte
10 agosto 2025
L’organismo della politica sandonatese è assai poco vitale, ma comprensibilmente non vuole dirselo e nemmeno sentirselo dire. Ripete sempre gli stessi rigidi movimenti da anni (imitando i capi di rango superiore) come una marionetta comandata dal dogma della crescita. Ma è la crescita dell’inerte.
E se provassimo ad affrontare la questione da un punto di vista un po’ meno prevedibile? Se cominciassimo a dirci che no, ragazzi, lì ormai non c’è vita. Perché questa è la verità: non c’è vita, perché amano le cose inerti. Estirpano la vita per far nascere materiale inerte. Tolgono radici e mettono nuovi sottoservizi (non lo dico io, lo dice l’assessore buono per ogni stagione). Scommettiamo che nasceranno nuovi palazzi anche in via Sabbioni. È solo questione di tempo.
Quando dicono che pianteranno nuovi alberi più adatti alle nuove esigenze ambientali vuol dire più consoni a non rovinare strade e sottoservizi. Tradotto: piccole piante che non cresceranno e con ogni probabilità seccheranno presto.
Ormai è evidente che dal tronco morto di questa politica non sboccerà più alcun fiore e nemmeno crescerà un fungo, perché estirpano anche le zòche.
Il tanto auspicato dialogo è inerte pure quello.
Che tristezza.
Ps) inizio abbattimento previsto per i 26 agosto, sigh!
12 agosto 2025
1) INERTE: Nella tecnologia dei cementi, di materiali (ghiaia, sabbia, pietrisco, ecc.) che non subiscono trasformazioni durante la presa. Indispensabili per le costruzioni cementizie.
2) INERTE: Estraneo, per necessità o per pigrizia, a qualsiasi partecipazione attiva o impegnata.
Qualche giorno ho scritto un post che ho titolato: LA CRESCITA DELL’INERTE, che per mia (s)fortuna è diventato un po’ virale, insomma è sbordato fuori dalla mia piccola bolla social. Poca roba ma quanto basta per rendermi inquieto. La parola INERTE mi sembrava giusta per la dualità di significati di cui sopra… però più di qualcuno si è risentito e mi ha detto che sbaglio. Mi è venuta una crisi di coscienza, ho avuto timore di aver urtato l’emotività altrui e mi sono chiesto se veramente avevo sbagliato.
Oggi leggo che la giunta vuole vietare anche la raccolta firme e la distribuzione di materiale informativo (divieti improbabili ma che passano messaggi intimidatori con tempismo sospetto).
Insomma ci vogliono INERTI (2) e amano gli INERTI (1)
Spiace dirvelo, ma temo che vorrei sbagliarmi ma ho paura che non mi sbaglio.
⇨ Il Vivente Non Conta Niente
07 agosto 2025
ciao, mi presento: sono un imbecille.
Perché credevo, speravo che l’umano fosse ancora in grado di immaginare qualcosa, una qualche via d’uscita. O almeno salvare il salvabile.
Invece no! La mente è formattata dall’algoritmo e la politica è in balia del pilota automatico.
Perché dico ciò? Sfortunatamente ho intravisto sui social uno scambio di opinioni tra il sindaco della mia cittadina e un consigliere di opposizione: la sensazione netta è che la pensino allo stesso modo.
Su una questione piccola per carità, del resto l’abbattimento di 18 alberi sani è una sciocchezza di fronte ai problemi del mondo. Ma contemporaneamente è il segnale di qualcosa di più profondo: l’assioma antropocentrico.
La crisi climatica va interpretata come un annuncio (che non viene colto): abbiamo raggiunto il limite oltre il quale l’organismo collassa, e non possiamo continuare sulla stessa strada, ma dobbiamo invertire la tendenza, cioè cambiare scenario, cambiare le aspettative e le priorità, e soprattutto cambiare le forme di relazione con le altre specie viventi (flora e fauna).
Viceversa sono sicuro che se al posto degli alberi ci fosse stata un muretto di recinzione (privato) si sarebbero fatti molti più problemi.
Il vivente non conta niente!
Mea culpa, sono un romantico sognatore, uno che pensa che farsi carico dell'impossibile, che colmare il divario tra ciò che sentiamo, facciamo e immaginiamo, è l'unica via d'uscita da una situazione senza speranza.
Sono un imbecille.
⇨ La crepa nel cemento amato
25 luglio 2025
Erano anni che non ci andavo. Nella casa dei cittadini dico. Sì, proprio in municipio, in consiglio comunale. Ieri sera sono tornato assieme a molti altri. il motivo è salvare un viale alberato, non farlo diventare l’ennesimo deserto di cemento…
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⇨ Radici nel cemento
22 luglio 2025
Ogni mattina mi sveglio alle 5 e mezza, inforco la bici per andare a prendere il treno. Scendo dal vagone e salgo su un’altra bici e pedalo ancora un po’ di km per arrivare in ufficio.
Scelta salutista/ecologista? Macché!
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⇨ I nati condizionati
06 luglio 2025
Lo leggo sui giornali locali, lo vedo e lo sento pedalando per la città. Ascolto il grido silenzioso degli alberi da abbattere e degli alberi abbattuti. Solitamente per lasciare spazio all’ennesima speculazione edilizia…
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CULTURA
⇨ Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia
09 agosto 2025
Mentre leggevo questo splendido libro mi stavo occupando, assieme a molti altri, di salvaguardia del patrimonio arboreo della mia cittadina e forse per questo l’ho letto sotto questa lente. Comunque sia queste sono alcune riflessioni nate spontaneamente dopo la lettura di “Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia” di Michele Ruol (TerraRossa Edizioni).
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⇨ È nascosto dai rami, ma lo senti cantare
06 agosto 2025
Teho Teardo, concerto al buio – Villa Manin, Codroipo (UD)
“È nascosto dai rami, ma lo senti cantare”. Quando ti ritrovi sperduto in un mare di sensazioni inusuali viene naturale fischiettare un ritornello. Serve per aiutarti a ritrovare sintonia e armonia nel caos del mondo sonoro attuale.
Seduto in mezzo agli alberi, poco prima del concerto al buio di Teho Teardo a Villa Manin di Codroipo, questo ritornello mi risuonava dentro la testa…
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⇨ Un’ombra all’ombra
14 agosto 2025
ieri pomeriggio sono stato alla Casa delle Donne- S. Donà di Piave all’incontro che serviva per riferire alla cittadinanza in merito all'incontro con il sindaco e per continuare le iniziative per salvare gli alberi di via Baron e via Sabbioni. Dopo il partecipato incontro sono stato in osteria per un buon bicchiere di vino nell’unica osteria con degli alberi davanti. Mi sembrava giusto così.
Qui riporto “ciacoe da bar” con alcuni avventori (forse un po' becero maschile) dell’osteria:
Xei matti! Taiar i alberi? Ma questi?
No, no questi, quei in via Baron, vizin aea stazion dei treni.
Areo, no mi interessa gnente de via Baron. Baron no vol mia dir "un bar grando".
Xè inutie che te parle, voria vedarte a beva sotto al sol. No digo par mi e ti, eh! Noialtri ormai sen abituài a ‘sta ostaria e bevar ombre all’ombra, o digo par i tosati xovani…
Co sto cambiamento climatico. Poareti i me va in aséo.
Assa perda, al sol pernsiero me vien sete, butta n’altro giro.
Basta va, ieri sera go bevuo ‘na mastea de ombre. Uncuò son in ramadan. Par via dea patente… me tocca vegnér in ostaria a pìe e sotto el sol.
Fortuna che qua se pòl beva un’ombra all’ombra.
"A ła salute! Viva i alberi”
Firma la petizione SALVIAMO GLI ALBERI DI VIA SABBIONI E VIA BARON A SAN DONÀ DI PIAVE






